Per le assenze, le distanze, per le lontananze
E per i cieli racchiusi nelle stanze, per le primavere
Per i passi stanchi che s'inseguono affannati
In mezzo alle balere
Per la rotta buona da cercare
Per le schiene sotto il sole
E per i panni stesi ad asciugare
Per le corse verso madri all'uscita della scuola
Per ogni lacrima che scende sola
Per le attese, per le carità cercate a mani tese
Per la brina di mattine ancora
Troppo poco accese dall'estate
Per le fate che si celano nel gioco
Per il fuoco in mezzo alle folate, per le nevicate
Per il capo che si china sotto la sua pena
Per l'inchino incerto dell'attore
Che abbandona la sua scena
Per lo sguardo di chi il mondo
Può vederlo con le mani
E per il passo segnato dai cani
Per i suoni di un concerto, per un libro aperto
Per la schiuma delle onde e per i grani del deserto
Per i brevi respiri di brama e di coraggio
Per i fiori che si aprono a maggio
Per le foglie morte urlate dal vento
Per il pianto, come rivoli di vita
Che di perdono ogni tanto nelle foci
Per le croci sui calvari del tramonto
E per le voci che si odono a stento
Per i desideri, per le tentazioni
Per le pagine di tempo chiuse dentro alle canzoni
Per i dubbi dei poeti, le certezze dei profeti
Per il fato senza un dio e le verità degli esegeti
Per l'infanzia di illusioni, per le rivoluzioni
Per sorrisi belli sopra piccolissime facce marroni
E poi per ogni sentiero in salita
E per le Metafore che ho chiesto alla vita