Il tempo grida "ancora, ancora"
Uno scrigno aperto
Che si chiude attento
Con impulso, reattivo alla minaccia
Per chi vuole vederla
Nasconde all'interno una fragile perla
Vi si legge dentro
Il crollo di un impero
Di memorie insolubili
Poveretta, ha poca capienza
Piange spesso nonostante la sua potenza
È un cosmo di stelle
Fisse in posizione
Di spiriti senza dimensione
Di stormi di niente senza direzione
Per sortilegio, fato o decomposizione?
Giù
Il raggio ci coglie
Mossi dal vento
Naufriaghiamo.
Davy Jones ci reclama
L'albero scricchiola
In avaria
Senza carte nautiche
Dov'è che andiamo?
Giù
Verso le stelle marciare
Il guardiano del faro
Conosce la torre
Difende da schegge
Il bordo scogliera
È per questo che il faro
Periodicamente
Svolge in terra il ruolo
Di mille e più stelle
Umile e generoso
Non di direbbe
Che in cima al torrione
C'è un piccolo cuore
Grida incessante
Pompa la luce
Guida anche meglio
Di un vecchio duce