La corda striscia sul duro legno su a bordo
Vele spiegate alla ricerca di quel porto
Come potevo saperlo, come potevo sapere che
Il nostro tempo fosse contato, ci eravamo promessi l'eternità
Dovrò affrontare questa notta la marea senza di te
Il mare senza stelle preannuncia tempesta
La mente già funesta Scoperchia la testa
Corro ai ripari tocca prendere il sestante
Il pomeriggio ha gia avvisato dell'evento inaspettato
Che il mio cuore impreparato non ebbe mai anelato
Il sole è gia calato inghiottito come un ghiro
Inondando di papiro il mare che pare un prato
In un fiato cambia il tempo
Tira vento, ma la barca va a rilento
Chiudo gli occhi ben sapendo che il destino sta attedendo
Muri d'onde come fronde di boscose mucillaggini
Toccan gli argini del mio cuore prendendo il sopravvento
Guarda la in fondo sembra esserci terra, sarà per la
Presenza dei gabbiani apro svelto il canocchiale
I miei occhi illuminati dalla bella perla
In forma di ragazza che cammina sulla spiaggia
Ed ecco la mia barca gia che viaggia a 100 nodi esulto tiro vele
Accellerando approderò sopra la spiaggia
Torna la bonaccia ma la barca mi si spiaggia
Il mare ride mai che taccia o mi dia una soluzione
Tiro l'ancora inutile orpello nel piattume senza fari
Dell'isola boscosa nella quale approdavi
Prendo un ultimo sospiro poi mi infilo nel fitto della boscaglia
Un vortice di colore, verde, porpora e marrone
Mangrovie giganti , ritorte radici, nulla navigazione
Una ninfa in lontananza perduta in un isola di niente
Ride, danza, mi sorride e si allontana lentamente
Nel buio della notte acutamente già lui sente
Sensazioni di salsedine che si ammassa sugli scogli
Il burbero barabba bercia madido di tempesta
Muove i passi su questa terra con incredibile lentezza
Mesta la ninfa accenna un gesto ed indica a lui la selva
Le fronde e le radici celan nascoste le mie membra
Cercando la sua bella, barabba scende infine a terra
Disturbando granchi giganti dalla giocosa parlantina
Ammaliato, fulminato, trasportato ed ammantato
Dalla giungla che si infittisce ecandone il passo affannato
Una strada qua è tracciata e porta dritta alla palude,
Porta a canti balli tamburi e prosperose donne nude
Il sestante inutilizzato vede strane costellazioni
La bussola impazzisce indicando folli destinazioni
Una cascata si apre azzurra, sul precipizio giu a sinistra
Ed una pletora di funghi sghignazza mesta alla mia vista
Incredibili animali bevono lesti dallo specchio
Conversando di sottecchi come narciso col riflesso
Fra larici fradici, credici, io devoto al tuo richiamo
L'imberbe Barbara inutilmente guarda il porto ed essa attende
È triste restare da soli su un atollo desolato
Sei partito per il viaggio lasciando in porto solo un bacio
Vaneggia viola la verdena sorridendo al mio pensiero
Se mi indichi il cammino troverò presto quel sentiero