Steso sorpreso ecco l'arrogante
Viandante, spasimante, sul corso è vagante
La luna mi rappresenta e io la rappresento, ci completiamo
Rovino la melodia parlando, come la prima volta che ti ho detto ti amo
I miei non capiscono i litri d'inchiostro stesi sul foglio
Mi dicono: "il messaggio non lo colgo"
Gli altri mi osservano e pensano: "che cosa squallida"
Stendo la rima più chiara, leggera, effimera su questa nota pallida
Consapevole dei miei mezzi, soprattutto dei miei limiti
Non rispondo alla questione e non mi espongo hai ragione, vinci se imiti
Capisci l'andazzo che prendo se ti dico che la ragione si dà agli scemi
Capisci, almeno spero, che questo non è un testo, io non sono un rapper, salto gli schemi
Scrivo teoremi e se mai avrò una famiglia spiegherò loro solo temi veritieri
Spiegherò ali di china e navigherò solo a largo, ho penne come remi
Perché scrittura sei bellissima, tristissima, dunque sei completa
Questi sono il passo imparato a memoria, tutte comparse dalla A alla Z
E va bene, va così, così buio e così grigio.
Senza stile risale bile con un qualsiasi vinile ma stilo con biro a capo chino
Repetita iuvant, rimango nell'immaginario Mishima
Se son già in alto non posso puntare a scalarla ma a buttarmi da questa cima.
Verità, triste verità, cruda ma vera
M'incontrano per strada e mi fanno le condoglianze: la morte risale a ieri sera
S'i' fosse foco, ardere' il mondo
Se fossi come gli altri approverei
Ma siccome sono solo inconscio dico se fossi nato
Ma qua non c'è patria, è una disfatta Guido Fusinato
Ho scelto tutto, tutto tranne il mio dolore
Lo ammazzo io e non c'è niente da capire
Difficoltà conoscitiva ed espressiva, la promessa
"Di dire di lei quello che mai non fue detto d'alcuna" non la stessa
Di ciò sicuramente non ne faccio una tragedia
Ma mi spreco e reco questo messaggio in mezzo alla mia "Commedia"