Non ho più bisogni, la mia pelle è plastica
Piego i nervi e ascolto il sangue mio prendersi gioco di me
Che inseguo un sogno e ne consumo l'anima
Stai lontano da me
Sarò più presente sarò come la luce quando non vuoi pensare a niente
Le mie parole le mie decisioni e l'importanza di distruggere le passioni
Quando il cielo è a pezzi, quando lascio che il buio
Si confonda negli occhi miei sazi
Nell'ingoiare c'è un che di divino, nel frantumare la violenza della mia mano
I fatti, le parole, le mistificazioni l'avvento
La forma la sostanza ed il possesso
L'acqua il fuoco la terra e il vento
So ben io quanto sia facile fraintendermi
So ben io lasciare ciò che mai è stato parte di me
Che in ogni sbaglio ho saputo credere
Stai lontano da me
Sono il re morente, tra le mani una pietra delle spine sulla mia fronte
Nei piedi i fori delle mie paure, negli occhi il sangue tra le dita un fiore
Quando scavo a fondo, quando lascio ai ricordi ciò che mi era costato tanto
Nell'ingoiare c'è un che di divino, nel frantumare la violenza della mia mano